100% VEGAN

Perché: anche i piedi hanno una coscienza

Il 1° maggio è la Festa dei Lavoratori. Quella giornata in cui (se va bene) non lavori, scrolli sui social, ti chiedi domandi se il meteo reggerà tutto il giorno e ti imbatti nel solito post indignato sulle condizioni di chi le cose le produce davvero. E allora ti prende quella fitta di consapevolezza. E se ti dicessimo che puoi cominciare dai piedi?

Già, perché le scarpe non sono solo un accessorio fashion, ma un piccolo manifesto politico con i lacci (o senza, per i più pigri). Specialmente se parliamo di scarpe vegane prodotte eticamente, ovvero scarpe fatte senza sfruttare gli animali e senza far piangere nessuno in fabbrica.

In questo articolo ci infileremo, piede dopo piede, dentro il mondo delle scarpe fatte con coscienza, sorridendo come sempre ma dicendo cose serie.

Cos’è davvero una scarpa etica? (Spoiler: non è solo una scarpa che ti fa sentire una brava persona)

Una scarpa etica è una scarpa che può raccontare la sua storia senza abbassare lo sguardo.

Significa che è stata prodotta in condizioni di lavoro dignitose, con materiali scelti nel rispetto dell’ambiente e degli esseri viventi, e che chi l’ha cucita, incollata e confezionata non ha dovuto scegliere tra la fame o lo sfruttamento mentre lo faceva.

Detta così sembra una scarpa magica. E invece è una scarpa normale. Normale per come dovrebbe essere ogni prodotto in un mondo civile. Ma siccome non viviamo in un mondo perfetto, queste scarpe si chiamano “etiche” e spesso vengono guardate con sospetto da chi pensa che “saranno scomodissime”. (Niente di più sbagliato.)

Lavoratori sfruttati e tacchi moralmente traballanti

Se pensi che un paio di scarpe da 19,90 € siano un affare imperdibile, forse lo sono. Ma non per chi le ha fatte. Dietro certi prezzi bassi si nasconde spesso una catena di produzione lunga, opaca e… decisamente ingiusta.

Orari massacranti, paghe da fame, zero tutele. E non stiamo parlando di uno scenario distopico di Netflix: stiamo parlando di migliaia di persone reali, spesso donne, in fabbriche situate in paesi dove “diritti” è una parola difficile da tradurre.

Chi produce scarpe etiche si rifiuta di far parte di tutto questo. E no, non è una moda hipster: è un modo di fare impresa che mette al centro le persone, non solo i profitti.

Scarpe vegane + etiche = combo perfetta (e pure bellissima)

Se le scarpe etiche sono belle, quelle vegane ed etiche sono il livello successivo del camminare consapevole.

Niente pelle animale, niente colle di origine dubbia, niente scarti dell’industria zootecnica: al loro posto ci sono materiali innovativi come la microfibra ecologica, il Piñatex (ottenuto dalle foglie d’ananas) o tessuti ricavati da bottiglie riciclate. E nessun lavoratore ha versato una lacrima (se non di gioia) nel produrle.

In più, hanno anche un design fighissimo, che è sempre un bonus. Perché è giusto camminare con coscienza, ma se puoi farlo anche con stile, tanto meglio.

Ma sono comode?

Domanda legittima. Perché il tuo piede, giustamente, ha esigenze concrete. La risposta è: sì, e a volte anche più delle alternative convenzionali.

Le scarpe vegane prodotte eticamente spesso utilizzano solette in gomma riciclata, plantari anatomici, cuciture fatte a mano e materiali pensati per durare e lasciar respirare il piede. Insomma: non è che per essere etiche devono farti venire le vesciche. Anzi.

Dove si trovano queste scarpe che sembrano troppo belle per essere vere?

Su Altrotipo.it, ovviamente. Non solo perché vendiamo solo scarpe vegan ed etiche, ma anche perché ogni singolo modello viene selezionato con cura. Collaboriamo con brand che producono in Europa, che rispettano i lavoratori e utilizzano materiali certificati.

E no, non devi accendere un mutuo per comprarle (anche se ti diamo la possibilità di pagarle a rate con Scalapay).

Perché parlarne proprio il 1° maggio?

Perché è la festa di chi lavora. E noi pensiamo che nessuno dovrebbe essere sfruttato per permettere a qualcun altro di camminare comodo.

Indossare una scarpa etica, anche il 2 maggio (e il 3, e il 10), è un modo concreto per celebrare i diritti di chi lavora. Un piccolo gesto, certo. Ma anche le rivoluzioni iniziano con un passo.

In conclusione: meno calpestare, più camminare insieme

Le scarpe etiche e vegane non sono un compromesso. Sono una scelta forte, concreta, bella. Sono la prova che puoi camminare lontano senza lasciare impronte sbagliate. E che, soprattutto, puoi farlo con ironia, con leggerezza e con stile.

Buon 1° maggio. Da chi crede che la moda non debba mai camminare sopra gli altri.

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